giovedì 24 novembre 2011

22.11.11

Siccome ho ricevuto 4 giorni di ferie, in mancanza di viaggi sotto mano, ho pensato bene di dedicarmi al rilassamento corporeo e psicologico. Girare in città la mattina e finire la giornata distrutto, comprendendo eventuali cene, palestra, serate e tanto relax (sto weerpool di naturno dovrà attendere).
Non avendo mai tempo per fare acquisti, ecco che posso finalmente curiosare nei negozi di abbigliamento. Passare per il centro e scoprire almeno 12 negozi nuovi, di cui la metà esclusivamente femminili, mi ha convinto a finire come al solito da H&M. Insoddisfatto come al solito, giro l'angolo e scopro Armani. Wow! Allora penso, compro pochi vestiti all'anno, tanto vale vestirmi griffato. Anche se vestire bene non significa indossare marchi potenti.
Ho voglia di assortirmi con qualcosa da far vedere, dato che sto bene con vestiti pregiati.
Allora entro da Armani e in qualità di boutique non c'è molta scelta. Avevo voglia di una bella camicia. La signora mi mostra 5 tipi di camicie. Ne individuo una che mi cattura l'occhio. Essendo piegata sullo scaffale la prendo per vederla meglio. In breve vengo fermato dalla signora che mi offre un catalogo così da valutare la mercanzia.
Insomma le dava fastidio che toccassi i vestiti, soprattutto quelli piegati. Non c'era il prezzo, allora accetto il catalogo così mi prendo del tempo per pensarci. Al bar sfoglio le ingombranti pagine e scopro che ci sono solo jeans e maglie. In bianco e nero... come si fa a capire come sono i vestiti, io non so! Mi fa esasperare, col suo accento inglese.
Quasi ci rinuncio, ma poi torno deciso per provarmi quella camicia. Quanto costerà, 120 euro e se è di più ce ne saranno altre. Un'altra addetta mi fa provare una camicia diversa. Si ma io vorrei provare quell'altra. Capisco, ma è solo per vedere la taglia. Ecco allora sono fissate. Le da fastidio che qualcuno indossi o tocchi le camicie. E' così costosa?
Mi provo questa camicia (115 euro) e la taglia è azzeccata. Ora però voglio l'altra. Me la provo. Ci ho messo più tempo ad uscire dal camerino: 20 secondi per indossarla, 10 a leggere il prezzo, 120 a pensare. Sei morto? No no ci sono.. ma la mia mente era sui 155 euro che avevo addosso.
Esco, vedo con piacere della signora che mi sta bene. Però ora che so quanto costa, voglio vedermi allo specchio. Devo prendere tempo per decidere se prenderla o no. Non ascolto nemmeno cosa mi sta dicendo. Poi torno in me, lei è davanti e aspetta una mia risposta. Mi sta bene! Però intanto mi ricambio. Quando esco mi chiede se le voglio tutte e due o solo una. Maledetta! Cerca pure di convincere la gente a comprare anche se non è del tutto convinta. Io ho avuto modo di pensarci 2 giorni prima, quindi era chiaro che la volevo. Certo non mi aspettavo quel prezzo, però come ho detto... Un acquisto fatto bene contro 4 fatti male. La compro.
E poi la beffa! Perchè mi danno un sacchetto di un negozio di abbigliamento economico. Ma cavolo... già che compri un vestito costoso, speri almeno di passare per la città col sacchetto in evidenza. Della serie occhiate nasty d'accompagnamento. E invece no. Tra l'altro la camicia non mostra nemmeno il logo, secondo molti potrebbe essere una camicia da contadini presa al mercato. Quel che conta è che io sappia.

La sera avevo voglia di fare una cena completa al ristorante. Una fame enorme. Arrivo al Kirch e mi fanno che c'è solo la pizza. Ci sono rimasto male. Però Matt mangiava in ogni caso pizza, quindi ho pensato di girarmela a mio favore e scegliere una pizza enorme. Ordiniamo da bere, ma non mi sento realizzato. Ce ne dobbiamo andare. Alla fine della strada c'è una pizzeria dove fanno anche primi abbondanti. Arriviamo. E' chiusa! Allora penso che il rumore dalla mia pancia sia un problema. Decidiamo di andare a Lana. Entrati in superstrada ci sono dei lavori in corso con la segnaletica temporanea del doppio senso di marcia nella corsia opposta. La macchina davanti a me ha ignorato il cartello andando verso la strada chiusa per i lavori e io boh l'ho seguita. Non so come abbiamo fatto ad attraversarla, però ora che ci penso, forse non aveva sbagliato erroreamente ma volutamente, perchè forse era un dipendente. Infine il piattone di pasta e altri giorni di riposo assoluto.

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