lunedì 29 agosto 2011

Il sonnambulo col casco

Quando devo fare la zona della Venosta, ogni notte, all'incirca allo stesso orario, attraverso una stretta stradina che collega delle piccole abitazioni alla vecchia strada principale Lagundo - Plars - Tell. Questo è il breve racconto del mio inquietante incontro della scorsa notte.

Ore 1,30 - Lagundo.
Il cielo è sereno, una distesa di stelle riempiono il buio lasciato dalla luna. I fari incandescenti della macchina svelano una certa solitudine nella stradina davanti a me. Un infinito campo di mele rende la stradina ancora più isolata, mentre intrecci ramificati di un vigneto formano un tetto umido e fiabesco sopra di me. La via è sempre libera, eccetto qualche raro passaggio casuale di animali di bosco in cerca di cibo. Alla mia destra, un muretto di cinta delinea l'inizio dei vigneti sopraelevati. L'atmosfera densa della notte predatrice mi fa proseguire con determinazione e cautela verso l'incrocio con la strada principale. Qui la via si espande progressivamente, fino a formare un piccolo parcheggio incustodito. Ci sono due macchine e un pullman alla mia sinistra, mentre dritto a me ecco spuntare una lieve salita. Improvvisamente noto subito una sagoma in mezzo alla strada. Difficile pensare ad un ramo o un animale, si tratta sicuramente di una persona.
Rallento per capire come superare l'ostacolo e, illuminata per bene la mia visuale, scopro con ribrezzo che davanti a me si trova una persona accasciata su sè stessa, a bordo di una moto. L'individuo è di spalle, per cui non riesco a vedere cosa sta succedendo. Potrebbe essere li per caso oppure senza motivo apparente, il punto è che scostandomi sulla sinistra vedo chiaramente che indossa il casco ed è chino in avanti appoggiato sulle braccia conserte. La moto è in sosta. Su di essa la figura di un ragazzo che al mio secondo richiamo si anima di colpo:
-Hei! Tutto a posto?
Il ragazzo si tira su di scatto e mi guarda disorientato..
-Eeh? Si si.
-Ma stavi dormendo?
-No no, ero solo un po' appoggiato.
-Ah! Sei stanchissimo. Dai dove devi andare?
-Aaeeh, Val Venosta. Ciardes..
Si tratta di almeno una quindicina di kilometri..
-Ma vuoi che ti porto?
-No no, ce la faccio.
Mi guarda felice e mentre me ne vado mi fa pollice verso l'alto.
Attraverso lo specchietto retrovisore vedo che accende la moto. Almeno si toglierà dalla strada. In effetti penso che in quelle condizioni fisiche possa essere maggiormente un danno per la strada. In ogni caso devo passare pure io per Ciardes, forse lo troverò di nuovo.
-
Dopo 25 minuti passo per la strada che conduce a Naturno. In prossimità di un benzinaio vedo in lontananza un colore fluorescente che si accinge al margine della strada. Probabilmente è un controllo dei carabinieri. Allora rallento. Con grande sorpresa mi accorgo che la moto rossa mi è famigliare. E' di nuovo l'addormentato nel bosco. Mr bike on the rocks.
Non sapremo mai se è riuscito a tornare a casa. Quel che è certo di lui resterà solo una leggenda dimenticata tra le vie notturne della montagna. Semmai un giorno comparirà alla vista di qualche viandande, il ragazzo con la moto rossa sarà un punto di riferimento per il ritorno a casa.
Sembra Julian quando ti accorgi che c'è silenzio e vedi che è in posizione rilassata. Magari dorme, o forse fa solo finta. Però quando telefonano risponde subito carico. Beh è normale. Poi rispondi "We, no no sono ben sveglio." In realtà chi ti ascolta sente altro e ti sgama.

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